sabato 29 settembre 2007

Dieta e taglia 50

Benissimo signori! Ieri sono andata al controllo dalla dietologa e ho scoperto che, nonostante quello che diceva la mia bilancia di casa, sono dimagrita di un altro chilo (con buona pace di pizza, birra e dolcetti vari ingurgitati in questo ultimo mese). Adesso siamo arrivati sotto la fatidica soglia degli 80 kg. 79,7 per la precisione.

Tutta contenta sulla via di casa mi sono fermata al negozio Benetton. Non che pensassi realmente di trovarci dentro cose che mi stessero bene, giusto così per avere unidea di quanto ancora dovrò "faticare" prima di poter andare a fare shopping nei negozi "normali".

Immaginate quindi la mia sorpresa quando sono entrata in negozio e la taglia più grande che ho trovato è stata la 48.

48??? Ma stiamo scherzando??? Possibile che di un bellissimo cappottino bianco si trovino solo le taglie dalla 40 alla 46??? Possibile che i mazi maglioni debbano terminare con un cannollè talmente stretto che starebbe bene solo a uno spaventapasseri??? Mi domando: ma le ragazze un pochino in carne dove vanno a comprare i vestiti?

Mi sono detta che forse è un problema solo della mia città, che magari chi si occupa di rifornire il negozio si è reso conto che alcune taglie non si vendono e quindi ha iniziato a non ordinarle più... però a questo punto mi sono posta unaltra domanda: ma è normale che ci siano tante ragazze che indossano la 40? La mia non è invidia, so che non arriverò mai a quella taglia e penso che una dignitosa 48 mi andrà più che bene, però con tutto questo parlare di anoressia, di baby taglie la cosa mi è sembrata davvero strana.

Questo mi ha portato a unaltra domanda: ma è nato prima luovo o la gallina? Mi spiego: cosè che ha portato a questa riduzione delle taglie: è stata la domanda delle ragazze che sono più minute a far diminuire le taglie oppure "la moda" offrendo un limitato numero di taglie ha portato a una forzosa cura dimagrante? E la società, con i suoi modelli, le sue case di moda, la tv, ecc ecc, a imporre che tutte le ragazze siano Perfette, oppure le povere industrie di abbigliamento si sono dovute adeguare a questo cambiamento morfologico delle ragazze italiane?

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venerdì 28 settembre 2007

Caldo e Freddo

Perché se sto con la polo a maniche corte in ufficio ho freddo, ma se mi metto la felpa ho caldo?
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Ulissea

Questa giornata è iniziata proprio male, maluccio, malino. Una vera e propria Ulissea.

Come ogni mattina mi sono svegliata alle 6 e 15, ma invece di scattare giù dal letto ho poltrito per un bel quarto dora. Risultato? Per due minuti ho perso il pulman, ho aspettato venti minuti che ne arrivasse un altro, alla stazione poi ho preso la "coincidenza" sbagliata (qualcuno mi spiega perché se due autobus fanno due strade completamente diverse li devi chiamare con lo stesso numero???). Per cui sono scesa alla prima fermata utile e ho aspettato un altro mezzo.


Risultato? Per arrivare a lavoro cho messo 50 minuti tondi tondi.
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giovedì 27 settembre 2007

Autobus

Devo dire che alla fine il ritorno alla condizione di piedona non mi pesa poi così tanto. Soprattutto ora che ho il Pod a spararmi ogni genere di musica a qualsiasi volume nei più o meno brevi tragitti che faccio a piedi o in autobus.


Ci sono solo due cose di cui potrei lamentarmi: primo la pessima organizzazione dei mezzi pubblici (meno corse, sempre in ritardo, mancanza di coordinamento nei punti di scambio), secondo i pessimi odori che ammorbano i bus. A ogni ora del giorno senti aleggiare un persistente odore di sudore (molto spesso è un odore acido, pungente) che ti chiude lo stomaco e che magari si accompagna a quella puzza di fumo che ti impregna tutto:capelli, vestiti, pelle. Tanto che uno puzza più di un salmone affumicato. Certo questa non è colpa della società di trasporto. 


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Che cosa ci fa qui Gigi DAlessio?

Si dice che si può capire molto di un uomo guardando la sua spazzatura, beh io ritengo che lo stesso discorso lo si possa fare riguardo alla musica che sente, ai libri che legge e ai film che vede. Per questo ero certissima di conoscere bene il mio ragazzo: dopo tanti anni conosco perfettamente i suoi gusti. O almeno pensavo di conoscerli prima di compiere una sconcertante scoperta. Ieri stavo scartabellando allinterno del Pop di Andrea per vedere se potevo usare dei brani per creare una mia compilation quando tra la discografia completa degli U2 e i best of dei R.E.M., dei Red Hot Chili Peppers, ecc ecc hanno fatto capolino tre canzoni di Gigi DAlessio.

La cosa mi ha lasciato interdetta. Non ho perso tempo e ho chiesto spiegazioni: "Ma come? Gigi DAlessio???"

Andrea però serafico mi ha spiegato che li ci sono finite per sbaglio, che quelle tre canzoni erano in una compilation che gli ha prestato un ex collega. Stranamente però quando gli ho proposto di cancellarle mi ha detto che non ce nera bisogno.

Ah! Allora è così! Beh poco male perché a giorni a Gigi DAlessio si aggiungerà Justin Timberlake!!!


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Bagattate

Ieri a lavoro tenevo in sottofondo Radio Capital fino a quando non mi sono dolorosamente resa conto che il tizio che stava vaneggiando alla radio era proprio quel tal Guido Bagatta. Verso lora di pranzo stava parlando di Wonder Woman e del film che dovrebbero fare a breve (seeeeeeeeeeee, certo. Sono quattro anni che se ne parla) e candidamente se ne esce fuori con una frase del genere: "Chi da adolescente non si è toccato pensando a Lynda Carter!"


Ora, io non mi reputo una persona bacchettona, una moralista, o una persona che si scandalizza facilmente, ma questa uscita lho trovata fuori luogo e decisamente volgare.


Secondo voi a chi mi devo rivolgere per sporgere reclamo contro questo impedito delletere?


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mercoledì 26 settembre 2007

Il Pop della discordia

Devo chiedere pubblicamente scusa a quel povero disgraziato del mio fidanzato che per amore mio si è separato dal suo preziosissimo tesssssoro.

Il Pop, praticamente è diventata merce di scambio nellaccordo che ha portato la mia
brunzumzum a Reggio Emilia. Andrea si era offerto fin da subito di darmi il lettore mp3, ma a me sembrava veramentre troppo. Poi però cho ripensato e mi sono resa conto che il mio lettore da 560 non reggeva il confronto con i suo 80 milioni di miliardi di GB.


Allora la scorsa settimana gli ho chiesto se la sua offerta era ancora valida e mi è sembrato che tentennasse. E invece no... senza quasi battere ciglio mi ha lasciato tessssssoro e cavetti e si è preso in cambio il mio piccolo lettore subacqueo e una bella radio sveglia con proiezione dellorario (che tanto non uso perché mi sveglio con lo stereo).


Ora il problema è capire come funziona questo cacchio di Pop, prendere tutta la schifezza che ci ha messo Andrea e farcirlo a mio piacere... Probabilmente ora che avrò portato a termine questa titanica impresa sarà ora di ridarglielo


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Se dovessi lamentarmi ancora del fatto che a lavoro non ho niente da fare, per favore datemi una martellata in testa.

Lentità sovrannaturale che governa le nostre ridicole vite forse mi stava ascoltando e spinto dal suo inrefrenabile spirito dumorismo mi ha mandato un inizio settimana davvero frizzante.

Tutto è iniziato con una telefonata dalloltretomba fatta dal mio collega che annunciava una sua assenza a tempo indeterminato causa bronchite con annesso attacco dasma (credo sia una cosa devastante), la cosa poi è degenerata: sembra che in facoltà sia atterrato un volo charter. Matricole e studenti anziani hanno preso dassalto la biblioteca per prendere in visione i libri di testo e fare le fotocopie... tutto questo dopo aver lasciato tutto loccorrente per avere il loro tesserino nuovo fiammante.

Come se non bastasse abbiamo avuto problemi con dei pc perché il tipo che ci ha venduto il software per la gestione delle smart card per la navigazione in internet si è dimenticato di installare la nuova versione del software... che non veniva riconosciuta dal server. Ciliegina sulla torta questo mese avremo sei studenti stagisti da aggiungere ai sei studenti che lavoreranno part time con noi ai quali bisogna spiegare tutto.

O, per carità non sono da sola sola, ho tre colleghe che fanno tutto il possibile per aiutarmi, ma anche loro devono portare avanti il loro lavoro.


Non fraintendetemi, non è che non mi piace il lavoro, a non piace stare con le mani in mano... il fatto è che è successo tutto insieme, senza preavviso, in un momento in cui non eravamo preparati. Ora scusatemi, ma faccio un giro a controllare i cavalli di frisia, armi e munizioni prima di lucidare anfibi ed elmetto.


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lunedì 24 settembre 2007

Lunedi

Odio il lunedi!!!




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Sogni

Cacchio! In queste due notti il mio subconscio si è dato proprio da fare e ha sfornato due bei sogni davvero strani.


Sabato notte, a esempio, ho sognato che con mia madre e mia sorella andavo dalla sarta per lultima prova del vestito da sposa e che la sarta tutta contenta mi tirava fuori dallarmaio un Sari (lo stupendo abito da donna indiano) NERO!!!  Mia madre e mia sorella entusiaste del vestito, mentre io inebetitabalbettavo: "Ma nero???

Ho raccontato il sogno ad Andrea che lha interpretato con logica: <Beh, in India il bianco è il colore del lutto!!!>

Ah, beh. Se lo dici tu, amore.


Ieri notte invece ho fatto un sogno di diverso tenore: ho sognato la nazionale italiana di Rugby, che assistevo alle partite del mondiale seduta accanto alla fidanzata di Troncon e alla mia coinquilina Manu che aveva preparato un sacco di stuzzichini. Stranamente mi sono svegliata questa mattina con uno strano senso di pesantezza.


Di una cosa però non mi capacito: perché nel sogno i rugbisti invece che in pantaloncini giocavano con un gonnellino bianco?


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venerdì 21 settembre 2007

Lavoro pubblico

Ah, oggi pomeriggio mi sento proprio una "Dipendente pubblica": sono a lavoro senza niente da fare. Devo stare qui 6 ore, fino alle 7, senza avere assolutamente niente da fare. Per fortuna che in previsione della mal parata oggi mi sono portata un bel libro da leggere.


Questo è uno degli aspetti di lavorare a uno sportello pubblico: passano dei momenti in cui non puoi rifiatare, in cui non sai a chi dare i resti e poi ci sono momenti come questi che sembra di essere nel deserto dei tartari.


Edit: ho trovato una cosa molto divertente da fare. Controllo i prestiti che sono scaduti da tantissimo tempo e poi chiamo a casa dei tizzi e faccio terrorismo psicologico: "Se non mi riporti i libri ti faccio la macumba, chiamo i carabinieri e ti faccio assistere a un concerto di Cristiano Malgioglio.


Edit 2: E incredibile come i genitori siano pronti a dare il numero di cellulare dei figli a gente (nello specifico me) che al telefono si presentano e dicono di essere il tal dipendente della talaltra amministrazione o organizzazione. 


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Matrimoni che si rompono & Bambini che nascono


Non pensavo che una bibliotecaria avesse uno sguardo privileggiato sulle vicende umane:


Ieri ho incontrato una collega che non vedevo da un po di tempo. La prima cosa che mi ha detto è stata che anche lei è diventata perugina, ossia che da Terni si è trasferita qui a Perugia (un altro giorno indagheremo sui rapporti tra gli abitanti dei due capoluoghi umbri... che non sono proprio idilliaci).


"Ma dai, che bello" Le faccio io. "E si è trasferito anche tuo marito?"


"No, ci siamo lasciati!"





Sempre ieri ho inviato una serie di lettere per sollecitare la restituzione di volumi il cui prestito è scaduto nel 2006 (stendiamo un velo pietoso). Oggi ricevo una mail di risposta da una delle docenti alle quali avevo tirato le orecchie che si scusava e che spiegava che avrebbe fatto in modo di farci recapitare il libro visto che lei era nellimpossibilità di lasciare Milano perché aveva appena partorito.


Non cè rimasto altro da fare se non le congratulazioni per il lieto evento. 


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giovedì 20 settembre 2007

Amare Considerazioni

Ieri sera riflettevo su comè amara la vita, sul fatto che quasi tutta la mia storia clinica è racchiusa in una cartellina di quelle di cartoncino con le alette e lelastico (avete presente? quelle spesse pochi centimetri), mentre mia sorella, che ha cinque anni meno di me, ne ha almeno tre.


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La legge di Murphy

Appena disdici la sessione di agopuntura ti inizia a far male la schiena.
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mercoledì 19 settembre 2007

Vita da piedona

Domanda: ma perché se uno cammina a piedi si dice usa la parola pedone invece che piedone?








E’ questo quello che stavo pensando mentre tornavo a casa ieri sera.








Stavo riflettendo sulla mia condizione di piedona e devo ammettere che in fondo in fondo non ho grossi problemi ad andare in giro senza macchina.








Certo per alcune cose (vedi andare in piscina e fare la spesa più grossa) mi devo ancora organizzare, ma non penso che avrò grossi problemi.








Per di più senza macchina sono costretta a camminare di più e certamente questa cosa non può che essere positiva. Prendiamo ieri sera: sono uscita presto dal lavoro e ho deciso di fare la strada più lunga per tornare a casa: scavallare la collina del centro e cuturare fino alla mia casetta. Ho fatto una bella scarpinata e ho scoperto che negli ultimi anni sono cambiati molti negozi del centro (si, in effetti era parecchio tempo che non facevo una bella passeggiata).








Lo sprone è stato la curiosità di andare a vedere una delle Librerie storiche di Perugia che ha riaperto dopo alcune settimane di lavori e di questioni giuridiche che non credo siano ancora state risolte (assetti societari e licenziamento di soci prestatori d’opera… cose non molto leggere temo).








Beh, rispetto a com’era prima le cose non sono cambiate poi così tanto: una tinteggiata, nuovi scaffali e una diversa organizzazione dei volumi soprattutto di narrativa che all’inizio erano ordinati a seconda del paese di provenienza e quindi in ordine alfabetico mentre ora nell’ordine alfabetico sono mischiati tutte le lingue del mondo.








Certo come posto è carino, ma non può certo competere con l’altro luogo di perdizione che sta un po’ fuori Perugia che non solo è più grande ma che ha scaffali molto più grandi.








Comunque sia ho scoperto che non dovrò rinunciare alla libreria più lontana (causa mancanza macchina) e ai punti-spesa accumulati… perché entrambe le librerie sono parte di un’unica società… Anzi il commesso che mi ha seguito oggi è stato tanto gentile da dirmi che se mi occorrono libri che si trovano nell’altra sede possono pensarci loro a portarli in centro.








Capperi che servizio exclusive. Mi piace proprio.








Mi è piaciuto anche lo sconto di due euro che mi hanno fatto sull’acquisto di due libri: due gialli, uno di Elizabeth Gorge una scrittrice americana che in questo periodo mi piace molto e uno di Natalino Balasso, scritto in dialetto veneto e che sembra promettere molto bene.








Che dire? Niente male per una passeggiatina di un’oretta e mezza che mi ha permesso di risparmiare gli ottanta centesimi del biglietto del pulmann… a fronte di una spesa in libri di duecento volte superiore.


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lunedì 17 settembre 2007

Che bella la Pippea

Al ritorno dal mare con la mamma ci siamo fermate allIkea di Ancona. Ufficialmente doveva acquistare solo dei vasetti di aringa che piace tanto a mia sorella.

Visto che eravamo lì abbiamo girellato un pochino per il bazar. In genere passo come una furia per il reparto "accessori per la cucina" per non cedere in tentazione e non tornare a casa carica di forchettoni, forchettine, bicchieri, coppettine, piatti, pentole ecc ecc ecc. Mentre passavo a volo quasi rasente ho buttato locchio su uno scaffale e ho scoperto la meravigliosa linea di pentole MEDALJ. Sono delle palle, ma tanto carine.


Stoicamente sono riuscita a lasciare la pentola lì dove era e a passo sicuro mi sono diretta nella zona tessuti alla ricerca di una coperta per la mezza stagione.

Non riesco a capire perché non facciano le coperte per i letti da una piazza e 1/2!!! Le lenzuola ce lhanno, ma le coperte no. Comunque mi sono arrangiata e ho preso lo stesso una coperta che, sebbene per un letto singolo, è abbastanza grande da fare al caso mio. E un bel trapuntino double face: a righine bianche e rosse (niente di che) o a fantasia floreale su fondo bianco. Sono stata molto soddisfatta dai miei acquisti.


Mia mamma ha fatto incetta di aringa e biscottini e poi un vaso con candele e una lampada da comodino... Cè mancato poco che non ci entrasse tutto nella macchina già carica di bagagli.


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Rientro

Dopo più di due settimane sono rientrata a lavoro. Sob! Questa mattina sveglia alle 6 e un quarto per andare a prendere il mio nuovo mezzo di trasporto... lautobus apm di un nuovo celeste fiammante.


Questa mattina poi per addolcire il rientro alle 10 ho la prima riunione con i nuovi studenti che lavoreranno part time (nooooooooooooo. Per la centesima volta dovrò spiegare loro cosa ci aspettiamo da loro, cosa dovranno fare e cose così.) e lavoro con i tecnici che stanno montando il nuovo sistema di controllo degli accessi.


E cho anche sonno.


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giovedì 6 settembre 2007

Cambiamenti

Quando tornerò dalla mia settimana di ferie ci saranno dei cambiamenti da affrontare.

Per prima cosa non ci sarà Andrea che lunedì se ne tornerà in quel di Reggio nellEmilia... portandosi via la mia brunzumzum.

Si, perché Andrea da martedi sarà impiegato in uno stage presso unazienda emiliana che dista circa 20 km da dove ha casa, in una zona servita malissimo dai mezzi. Così, visto che la macchina che lui ha a metà con la sorella serve a casa, mi è sembrato naturale affidargli il mio "Scassone" (come viene affettuosamente chiamato qui). Per cui dopo quattro anni di scarrozzamenti folli, due incidenti, una multa per divieto di sosta e tante avventure, mi ritroverò appiedata, pedona in balia dei mezzi pubblici.

Non è stata ancora stabilita la durata della permanenza della mia scassatissima Uno rossa nella meravigliosa terra dellErbazzone, per ora sono sicuri due mesi, poi si vedrà... questi mesi potrebbero arrivare fino a quattro salvo il caso in cui lazienda non decida di mandarlo a lavorare nella sede di Shanghaj (quella che sta in Cina, esatto!).

Dal discorso portato avanti dai responsabili del personale le cose sono molto chiare: loro cercavano un ingegnere, ma in mancanza si sono accontentati di lui. Se in questi due mesi lavora bene e piace allaienda, visto che lui ha dato la disponibilità ad andare allestero, potrebbero decidere di mandarlo in Cina dove potrebbero esserci possibilità di assunzione.

Una cosa è chiara... per andare in Cina dovrà prendere laereo... non credo che la mia povera Brunzumzum ce la possa fare a seguire le orme di Marco Polo.

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mercoledì 5 settembre 2007

Spingendo la notte più in là

Laltra sera eravamo sole in casa mia madre e io. Finita la cena abbiamo fatto il rapido e tradizionale giro dei canali per vedere cosa facessero in tv. Ci stavamo deprimendo (come è naturale che sia con la programmazione che ci propinano in tutti i periodi dellanno) quando su La 7 abbiamo visto Antonello Piroso in maniche di camicia che parlava dei "Figli di..."

Incuriosite (a casa mia amiamo il Piroso Style e come ha organizzato il telegiornale de LA 7) ci siamo fermate e abbiamo scoperto che andava a presentare un libro: Spingendo la notte più in là di Mario Calabresi, il figlio del Commissario Luigi Calabresi ucciso a Milano il 17 maggio 1972 a seguito di una campagna diffamatoria condotta da giornali e liberi pensatori che lo indicava come il responsabile della morte di Giuseppe Pinelli (anarchico coinvolto nelle indagini sulla strage in Piazza Fontana) caduto dalla finestra dellufficio di Calabresi dopo due giorni di fermo di polizia illegale.

Affascinata da questo periodo storico così vicino alla mia nascita e del quale conosco ancora così poco mi sono piazzata sul divano. Vedere entrare Mario Calabresi, classe 1970 giornalista affermato di Repubblica, mi ha fatto un certo effetto. Sembra un uomo mite che dimostra più anni di quelli che ha. Sembra portarsi sulle spalle un peso enorme. Visibilmente commossi i due giornalisti hanno iniziato a parlare del libro e di cosa ha significato portarsi dietro un nome così ingombrante.

E stata davvero unesperienza penosa, nel senso letterale del termine, che ha aperto una piccola finestra su una realtà colpevolmente taciuta in Italia.

Parla bene (e scrive anche meglio) questo Calabresi e racconta episodi che lhanno segnato e che hanno segnato anche altri famigliari di vittime degli anni di piombo. E poi parla degli uomini che hanno ucciso, ma non cè rabbia, non cè una richiesta di vendetta, anzi. Cè un profondo rispetto dello Stato e delle sue leggi che permettono a gente che ha ucciso, che è sceso in guerra contro lo Stato e non si è fatta scrupolo di ammazzare anche innocenti, di sedere in Parlamento, di ricoprire cariche istituzionali.

Mi hanno colpito alcuni passi del libro che riguardano la vedova Calabresi.

"Mamma trovò dentro di sé regole chiare su come dovevamo comportarci: mai una polemica, mai una parola di troppo, rispetto e gentilezza per tutti e soprattutto fiducia nella magistratura. <<Non cerchiamo vendette, cerchiamo giustizia e accettermo i verdetti che verranno>> ci disse con chiarezza allalba della prima udienza, mentre eravamo seduti in cucina. <<Ho fatto di tutto perché non cresceste nel rancore e nellodio e non voglio certo che adesso si rovini tutto.>>

E poi quando nel 90 vennero condannati i mandanti e gli esecutori dellomicidio la signora in aula pianse.

"Quando in aula capimmo che gl imputati erano stati condannati, mia madre cominciò a piangere. Le chiesi perché. Pensavo fossero i ricordi. Mi spiazzò: <<Perché la figlia di Bompressi,. oggi ha perso il padre.>>"

Credo che sia una lezione di grande rispetto e civiltà.

Considero i 14 euro e 50 i migliori soldi spesi in libreria... e forse i migliori soldi spesi in assoluto.



Dalla quarta di copertina:

È la mattina del 17 maggio 1972, e la pistola puntata alle spalle del commissario Luigi Calabresi cambierà per sempre la storia italiana. Di lì a poco il nostro paese scivolerà in uno dei suoi periodi più bui, i cosiddetti "anni di piombo", "la notte della Repubblica". Quei due colpi di pistola però non cambiarono solo il corso degli eventi pubblici, ma sconvolsero radicalmente la vita di molti innocenti. La storia dellomicidio Calabresi è anche la storia di chi è rimasto dopo la morte di un commissario che era anche un marito e un padre. E di tutti quelli che hanno continuato a vivere dopo aver perso la persona amata durante la violenta stagione del terrorismo. Mario Calabresi, oggi giornalista di "Repubblica", racconta la storia e le storie di quanti sono rimasti fuori dalla memoria degli anni di piombo, lesistenza delle "altre" vittime del terrorismo, dei figli e delle mogli di chi è morto: cè chi non ha avuto più la forza di ripartire, di sopportare la disattenzione pubblica, loblio collettivo; e cè chi non ha mai smesso di lottare perché fosse rispettata la memoria e per non farsi inghiottire dai rimorsi. La storia della sua famiglia si intreccia così con quella di tanti altri (la figlia di Antonio Custra, di Luigi Marangoni o il figlio di Emilio Alessandrini) costretti allimprovviso ad affrontare, soli, una catastrofe privata, che deve appartenere a tutti noi.

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domenica 2 settembre 2007

Cazzata

Scusate la parola, ma è lunica che esprime a pieno lenorme cretinata che ho combinato mercoledì scorso, quando, appena uscita dal lavoro, sono stata tamponata.

Ero ferma per dare la precedenza a chi venica dalla mia sinistra (come imponeva il cartello sopra di me e i triangolini disegnati per terra) quando uno che venica giù dalla disceta, dietro la curva, non ha fatto in tempo a frenare e mi è venuto addosso.

Praticamente io sono finita sullaltra corsia e sono stata fortunata perché non veniva nessuno. Nella botta mi sono volati anche gli occhiali.

Quando sono scesa dalla macchina ero talmente sotto shock che non ho pensato a niente, alla constatazione amichevole, a prendere i dati del tizio, a prendere la targa. NIENTE ASSOLUTAMENTE NIENTE. E quando finalmente ho ritrovato la lucidità quello che mi aveva tamponato si era già volatilizzato.

Nel pomeriggio,  su suggerimento della sorella di Andrea, che è fisiatra, sono  andata al pronto soccorso dove mi hanno visitato  e mi hanno fatto le lastre. Fortunatamente non mi sono fatta niente e neanche la macchina ha riportato danni.

E qui ho commesso il secondo errore
e cioè ho detto che mi era successo sulla strada di casa. Risultato? Per il colpo di frusta i dottori mi hanno dato 10 giorni di riposo e siccome è un "incidente in itinere" coperto dallassicurazione è partita la denuncia automatica allINAIL. E io oggi dovevo partire per due settimane di mare.

In realtà quando si è sotto "infortunio" non si è obbligati a stare in casa come quando si è in "malattia". LINAIL non manda le visite dei medici fiscali, però, può capitare che mandi a chiamare, mezzo posta, lincidentato per una visita nei loro uffici.

Come se la paura per lincidente, la rabbia per essermi lasciata fregare da un tipo che avendo il 100% della colpa si è guardato bene dal dirmi niente, la rabbia per la prima settimana di vacanze saltate non bastassero ci si è messo anche mio padre che ha iniziato a elencare (in modo non del tutto civile) tutti gli errori che ho commesso in questa situazione.

A, grazie tante papà! Puoi star sicuro che da oggi in poi non ti racconterò un bel niente.

E se tante volte dovesse capitarmi ancora una cosa del genere puoi star sicuro che saprò imparare dalle tue critiche costruttive.

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