mercoledì 8 aprile 2015

L'America del '900

Sto leggendo questo libro di Bill Bryson, autore di viaggi e non solo che mi piace molto. 

Vado un po' a rilento perché è corposetto e mi si sono accavallate altre letture.

Bryson prende come spunto l'impresa di Lindbergh, il primo a volare senza scalo dagli USA a Parigi, per raccontare gli Stati Uniti dei primi anni del '900. Molto istruttivo, soprattutto quello suell'eugenetica negativa. Gli americani non ci fanno una bella figura: hanno praticamente iniziato la selezione della razza quasi prima di Hitler.

È il maggio del 1927 e può capitare che un giovane taciturno e allampanato, Charles Lindbergh, si trasformi da un giorno all’altro da perfetto sconosciuto a eroe planetario, il primo pilota a trasvolare l’Atlantico da Long Island a Parigi, dove viene accolto da un’immensa folla festante. La sua impresa sancisce la supremazia tecnologica statunitense sul Vecchio Continente e dà inizio a una straordinaria estate in cui centinaia di migliaia di americani si accalcano negli stadi, nelle piazze, lungo le strade o nei cinema per assistere ai successi della più grande squadra di baseball mai esistita, i New York Yankees di Babe Ruth, e agli incontri di Jack Dempsey, pugile soprannominato «il massacratore», per guardare i primi film sonori prodotti da Hollywood e per seguire morbosamente i casi di cronaca più scandalosi. E poi ancora, la gente si scatena al ritmo del jazz nei locali notturni, rimane incollata alla radio per ascoltare le prime dirette sportive, osserva le città crescere ad altezze vertiginose e riempirsi di automobili… È un tripudio di energia, creatività ed entusiasmo che segnerà quell’anno cruciale e ne farà il picco radioso di un periodo irripetibile, due anni prima della Grande Depressione che spazzerà via tutto.

 

Contemporaneamente sto leggendo un altro libro sugli americani: il bellissimo The Help (in Italia L'aiuto) di Kathryn Stockett.

È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.

Che dire? Sono passati 50 anni e comunque tante cose non sono cambiate. Nemmeno un presidente di colore è riuscito a sradicare del tutto il razzismo.

Sono quasi giunta alla fine e non vedo l'ora di scoprire come andrà a finire. Cosa ne è stato dalla cameriera di casa Phelan? Che ha combinato Minny? Cos'è la Grande Porcata? 

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